Ciao a tutti ed eccoci ad un nuovo articolo del blog
Ci siamo lasciati con l’ultimo scritto sulla Gordon Bennet, la gara aeronautica più antica del mondo riservata a mongolfiere a gas, e abbiamo ricevuto diverse domande sul funzionamento dei palloni a gas per cui quest’oggi…vi porto in volo con me su questo tipo di mongolfiera.
L’occasione per un bellissimo volo su una mongolfiera a gas si è avuta durante l’evento Aeronautica MIlitare balloon cup che si è svolta a Piacenza lo scorso anno a Ottobre, dove era presente l’unica mongolfiera a gas attualmente volante in Italia , con il sottoscritto come pilota essendo uno dei pochissimi piloti abilitati al volo su mongolfiera a gas e al volo notturno.
La preparazione della mongolfiera a gas
La preparazione di un pallone a gas è molto diversa da quella di una mongolfiera ad aria calda. Per prima cosa bisogna sapere quanto peseremo al decollo, quindi si fa la conta di tutti i pesi, ma proprio tutti compreso eventuale cibo attrezzatura varia ecc ecc per determinare quindi poi quanti sacchetti di sabbia andranno riempire per tenere il sistema stabile e far si che già durante il gonfiaggio dell’involucro non veniamo sparati nello spazio :-).
Eh si, perché il pallone a gas è un “sistema” che è in equilibrio fra la spinta verso l’alto data dal gas stesso appunto ( generalmente elio o una misclea di gas ) e la zavorra composta dai famigerati sacchetti di sabbia. Ogni sacchetto ha una capacità di circa 15 Kg, e ne vanno riempiti circa 90…per cui il primo compito è…giocare con paletta e secchiello per riempirli, una discreta fatica! Non tuti i sacchetti verranno in volo con noi, molti serviranno semplicemente per tenere per bene ila mongolfiera al suolo prima del decollo.
Oltre a questa prima parte tutta “muscoli” si lavora poi di “cervello” per la pianificazione del volo: una mongolfiera a gas infatti può rimanere in volo più giorni, per cui è essenziale lo studio dei venti per controllare che il volo non ci porti verso zone dove sia impossibile atterrare o verso aeroporti, zone pericolose ecc.
Si controlla inoltre tutta la strumentazione, potendo volare per grandi distanze ed anche a alta quota è fondamentale che funzioni tutto per cui…doppia radio, transponder per farsi vedere dal traffico aereo, segnalatore di emergenza in caso di problemi, ossigeno portatile se si prevede di salire oltre i 12.000ft e se previsto volo sull’acqua un adeguato equipaggiamento di emergenza, composto in genere o da un battellino gonfiabile o da tute galleggianti.
Infine, poiché a bordo non ci sono generatori in grado di alimentare tutta la strumentazione che va a batteria, è essenziale pensare anche a questo, o mediante pannelli solari o mediante batterie ad alta capacità e scarica lenta.
Come detto un volo può durare più giorni per cui fondamentale anche pensare a del cibo, e a tutto il necessario per l’igiene personale.
Già la fase preparatoria quindi come vedete è ben diversa da quella di una mongolfiera “classica”, ma ora….a bordo!
Mongolfiera a gas: in volo
Siamo pronti al decollo, gli assistenti a terra iniziano a togliere i sacchetti di sabbia finché il pallone non è in equilibrio, ossia è leggero da terra quel tanto che basta ma non ha ancora troppa forza ascensionale. Il tutto si fa in maniera estremamente “scientifica”, il pilota chiamerà un “hands off” ( togliere le mani dalla cesta ) al suo crew di terra per vedere com’è la situazione, dopodiché ordinerà di nuovo “hands on” e se del caso farà togliere altri sacchetti finché non si è pronti al volo.
Un ultimo check alla strumentazione, ai venti ed è ora del decollo, per cui “hands off”, il pilota toglierà personalmente poi 1 o 2 sacchi per far si che il gas possa vincere il peso e …si va!!
Si ma dove? Nel caso del volo in questione il decollo è avvenuto alle 17.30, con previsione di venti che tiravano verso ovest a bassa quota. Il tempo di salire quindi a 2000 ft e…lì rimaniamo, perché andando incontro alla notte il gas nell’involucro si raffredda e si comprime, quindi “porta” meno e salire ancora vorrebbe dire continuare a gettare sabbia e sprecare così zavorra. Attenzione però, in volo ovviamente non si getta mai o quasi mai un intero sacchetto, pensate a 15 kg che cadono da 2000 FT!! Piuttosto ai lati del cesto c‘è una sacca contenente anch’essa della sabbia, e una paletta. Quando è necessario gettare sabbia con la paletta si getta quindi un pochino di sabbia che si disperderà nell’aria senza creare danni. Piccola curiosità…se si vola alti la sabbia viene mischiata a sale grosso , altrimenti in presenza di aria umida ghiaccerebbe e quindi ci ritroveremmo con dei blocchi di ghiaccio impossibili da utilizzare.
Ma non è il nostro caso, ci attende una notte serena a 2000 ft…eh si..ricordate? Siamo abilitati al VFR notturno, ( in Italia abilitati al volo notturno in mongolfiera siamo solo in tre!) per cui non è un problema affrontare una notte in volo, importante e fondamentale avere abbastanza zavorra per poter poi atterrare il giorno successivo, e in questo caso non è un problema.
Il fascino del volo notturno è difficilmente spiegabile, nel silenzio totale, spero che le immagini a corredo vi trasmettano un pochino di questa sensazione.
La notte trascorre “senza storia”, e il volo si conclude all 09.30 del mattino dopo in un bel campo, il tempo che arrivi l’equipaggio di terra a riprenderci, si impacchetta di nuovo tutto sognando già il prossimo volo su questa stupenda macchina volante….
Spero che un pochino abbiate sognato con me in questo volo e provato il fascino del volo su questa meravigliosa macchina volante e….se volete provare invece il fascino di un volo in mongolfiera tutte le informazioni sui nostri voli le trovate qui
al prossimo articolo!