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Mongolfiere e metereologia: il legame intimo tra aria e cielo
Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo articolo del blog…Maggio è stato un mese complicato, caratterizzato più per piovosità e condizioni meteorologiche “novembrine” e autunnali che per sole e tipiche temperature primaverili, complicando non poco il nostro lavoro e costringendoci a continue ri-pianificazioni dell’attività….già, ma cosa guarda esattamente un pilota di mongolfiere metereologicamente parlando per garantire un volo sicuro e piacevole? Seguitemi e …lo scopriremo insieme!
Come abbiamo visto in un precedente articolo le mongolfiere si basano su un principio fisico molto semplice: l’aria calda è meno densa di quella fredda e quindi sale. Riscaldando l’aria all’interno del pallone con un bruciatore a propano quindi, si crea una spinta verso l’alto che permette alla mongolfiera di sollevarsi. Il controllo dell’altitudine viene quindi gestito regolando la temperatura dell’aria: scaldandola ulteriormente per salire, e lasciandola raffreddare in maniera controllata per scendere.
Facile no? Vediamo ora però cosa influisce su tutto questo…..
L’Importanza della Meteorologia per il Volo in Mongolfiera
Sostanzialmente i fattori che un pilota guarda sono sostanzialmente 4:
- Vento: Le mongolfiere, come potete immaginare, sono molto sensibili al vento e questo è senz’altro il parametro principale da considerare nella pianificazione di un volo.
Ideali per l’attività sono velocità del vento inferiori ai 10 nodi (circa 18,5 km/h) per il decollo e possibilmente sotto i 6/7 nodi per l’atterraggio per evitare il ribaltamento della cesta ( se capita non succede nulla, anzi molto spesso i passeggeri vivono anche questa “avventura” in modo divertente). Venti più forti possono rendere il decollo, il volo stesso e l’atterraggio però pericolosi, per cui è un parametro che studiamo molto bene nei nostri briefing pre volo. La direzione del vento e la velocità del vento alle varie quote è altrettanto importante: è essenziale e ci accertiamo che questi flussi di aria non ci portino in direzioni pericolose o deve sia poi molto difficile atterrare. Viceversa, sfruttiamo queste variazioni con le quote modificando l’altitudine di volo ed intercettare le giuste correnti per manovrare ed andare quindi nella direzione voluta.… ad esempio, un pilota può salire per trovare una corrente che soffia verso est o scendere per trovare una che soffia verso ovest. Questa abilità di “navigazione verticale” ci permette di dirigere il volo senza un sistema di propulsione, come diciamo sempre il nostro motore è il vento 🙂
Ma tutto ciò dove lo troviamo? Sia utilizzando diverse applicazioni, fra cui le principali sono windy e meteoblue che ci visualizza le traiettorie di volo, sia sulle carte meteo analizzando le isobare ( le linee di uguale pressione atmosferica) isobare molto ravvicinate tra loro indicano venti probabilmente troppo forti per il nostro volo.
2. Temperatura: La temperatura dell’aria esterna influisce sulla quantità di calore necessaria per sollevare la mongolfiera, e di conseguenza sul gas necessario ( e quindi sui consumi) per rendere l’aria dentro il pallone più calda di quella che c’è “fuori”. E’ per questo che la mongolfiera in genere vola al mattino presto o la sera tardi, quando l’aria è fresca e stabile e i consumi sono inferiori. Direttamente collegato a questo è il fenomeno delle Inversioni Termiche. Un’inversione termica si verifica quando uno strato di aria calda si trova sopra uno strato di aria più fredda. Questo fenomeno può creare un “cappello” che limita il sollevamento verticale e può anche stabilizzare l’aria, riducendo la turbolenza. Le inversioni termiche sono comuni al mattino presto, quando i voli in mongolfiera sono spesso programmati, e possono quindi offrire condizioni di volo molto favorevoli. Esiste però un rovescio della medaglia…l’aria fredda è più densa di quella calda, e “porta” ( cioè solleva) meno, quindi a temperature estremamente fredde è necessario limitare il peso a bordo. Anche il propano rende meno facendoci consumare in definitiva di più, per cui la temperatura è un altro parametro che prendiamo attentamente in considerazione.
3. Condizioni atmosferiche: Nebbia, pioggia e temporali sono i “nemici giurati” del volo in in mongolfiera. La pioggia aggiunge peso al pallone bagnando il tessuto e rovinandolo, inoltre la pioggia raffredda l’aria calda all’ interno del pallone riducendo la capacità di sollevamento. I temporali sono particolarmente pericolosi per le mongolfiere a causa dei venti forti e delle turbolenze al suo interno, per cui ne stiamo ben lontani! E’ per questo motivo che, anche magari con un sole splendente ma previsioni di sviluppo di temporali, a volte si decide di rinunciare al volo. Questo perché ha direttamente a che fare con la Stabilità Atmosferica.
In un’atmosfera stabile, l’aria tende a ritornare alla sua posizione originale quando viene “spostata”, il che favorisce un volo tranquillo. In un’atmosfera instabile, l’aria può continuare a muoversi verso l’alto o verso il basso, causando turbolenze che possono rendere il volo scomodo e pericoloso. Sulle carte meteorologiche andiamo quindi a controllare il CAPE (CONVECTIVE AVAILABLE PONTENTIAL ENERGY), ossia quanta “energia” ha l’aria nella zona di volo, ( più energia= più possibilità di aria instabile e sviluppo di temporali) e il LIFTED INDEX, che è un indice che misura l’instabilità dell’aria della media troposfera.
4. Visibilità: Una buona visibilità è essenziale per la navigazione sicura di una mongolfiera. Nebbia, foschia, nuvole basse e precipitazioni possono ridurre significativamente la visibilità, rendendo difficile per i piloti individuare punti di riferimento e altri ostacoli. Inoltre, condizioni di scarsa visibilità possono rendere complicato il coordinamento con le autorità aeronautiche e altri piloti. In ogni caso, essendo una mongolfiera classificata come aeromobile, non si vola mai se la visibilità riportata sui bollettini aeronautici è inferiore a quella necessaria per volare secondo le regole del volo a vista.
Un volo reale
Tutto questo in teoria, facciamo ora un esempio pratico e immaginiamo un volo in mongolfiera programmato per una fresca mattina primaverile in una regione collinare.
Iniziamo controllando le previsioni meteorologiche per il giorno del volo, che riportano venti leggeri da nord-ovest a bassa quota e venti moderati da est più in alto. La temperatura prevista è di 20°C con umidità relativa del 50%. L’atmosfera è stabile, il che significa che ci sono poche probabilità di turbolenze. Con la temperatura pianifichiamo il carburante necessario ( comprese le riserve) e quanta capacità di sollevamento abbiamo per controllare che non andiamo “fuori peso massimo al decollo”
Decidiamo quindi di decollare da un campo situato a nord ovest di una località X, in modo da sfruttare i venti leggeri a bassa quota per dirigersi verso sud-est. Pianifichiamo quindi di salire a un’altitudine maggiore per sfruttare i venti da est e sorvolare il nostro target durante la parte centrale del volo, per poi scendere di nuovo a bassa quota per l’atterraggio che avverrà a Sud-Ovest del target.
Durante il Volo
Dopo un decollo senza intoppi, la mongolfiera si dirige lentamente verso sud-est….perfetto! Monitoriamo costantemente le condizioni del vento osservando nuvole, fumi, bandiere ( a bordo abbiamo un binocolo 🙂 e confrontiamo quindi le osservazioni con le previsioni. Quando il vento a bassa quota inizia a cambiare direzione incontrando la corrente da est, saliamo quindi a un’altitudine maggiore. Come previsto, più in quota i venti soffiano da est, permettendo alla mongolfiera di cambiare direzione e dirigersi verso Ovest.
Atterraggio
Un avvolta sorvolato il nostro luogo di interesse, o semplicemente alla fine di un bel volo panoramico, iniziamo a scendere cercando nuovamente venti leggeri per un atterraggio sicuro. Utilizzando le informazioni meteorologiche già in nostro possesso e le osservazioni in tempo reale, individuiamo un campo adatto per l’atterraggio e portiamo la mongolfiera verso di esso con piccole variazioni di quota. L’atterraggio avviene senza problemi e…è il momento di un bel brindisi!
Brindate con me?…Scopri di più sui nostri voli in mongolfiera!
Massimo Arnò
Nato a Roma nel 1973, fin da piccolo si appassiona al volo, passione che coltiverà nel corso degli anni fino a conseguire il brevetto di pilota di linea di aeromobili (EASA ATPL) e di pilota di mongolfiera, sia a gas che ad aria calda, con abilitazione ai voli commerciali e notturni (fra i pochissimi piloti d’Italia con questa qualifica). Pilota droni ai massimi livelli, con abilitazione al volo BVLOS.
Si specializza in fotografia aerea e fotografia di brand con master in “Brand Photography” presso lo IED ( Istituto Europeo di Design) di Roma, con all’attivo diversi lavori di fotografia promozionale e commerciale.